Innovare la sostenibilità nell'edilizia: Intervista con Egle Klumbyte

Intervista con Egle Klumbyte

In un mondo sempre più consapevole della propria impronta ambientale, il settore delle costruzioni è stato messo sotto osservazione per il suo significativo impatto sul pianeta. Egle Klumbyte, ricercatore senior e professore associato presso la Kaunas University of Technology, ha condotto una ricerca su questo tema nel suo articolo intitolato “Enhancing whole building life cycle assessment through building information modeling: Principi e buone pratiche”. In un’intervista condotta da Paulius Spūdys, Egle Klumbyte spiega come i principi di sostenibilità possano essere integrati nell’ambiente costruito utilizzando strumenti digitali.

Paulius Spūdys: Cominciamo a parlare delle motivazioni alla base del vostro studio. Quali fattori l’hanno spinta ad approfondire l’integrazione dei principi di sostenibilità con gli strumenti digitali nell’ambiente costruito?

Egle Klumbyte: La motivazione del nostro studio nasce dall’urgente necessità di affrontare il notevole impatto ambientale del settore edilizio. Di conseguenza, dobbiamo ridurre le emissioni nell’intero ciclo di vita degli edifici. Pertanto, esistono lacune e sfide attuali nel raggiungere una comprensione olistica delle prestazioni ambientali di un edificio. Sebbene siano stati compiuti molti sforzi per migliorare la sostenibilità nell’edilizia, manca ancora un tassello fondamentale: uno strumento completo in grado di tracciare il percorso di un edificio dalla sua progettazione iniziale alla sua eventuale dismissione.

Migliorando la valutazione del ciclo di vita dell’intero edificio (LCA) attraverso il Building Information Modelling (BIM), potremmo colmare questa lacuna fornendo uno strumento dinamico che cattura e analizza i dati in ogni fase dell’esistenza di un edificio. In questo modo, possiamo fornire ad architetti, ingegneri e responsabili delle decisioni informazioni complete, promuovendo progetti, scelte di materiali e pratiche operative più sostenibili.

PS: Il vostro studio illustra lo sviluppo di un’interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) per l’esecuzione di analisi del ciclo di vita. Perché lo avete sviluppato?

EK: L’obiettivo non era solo quello di fare il punto sullo stato della ricerca su questo tema, ma anche di avanzare una proposta per contribuire ad aprire nuove strade. Per questo motivo, abbiamo stabilito un metodo per integrare il Building Information Modeling nella valutazione del ciclo di vita, abbiamo sviluppato un’API su questa base e abbiamo effettuato un test attraverso un caso di studio.

L’API è uno strumento che consente a diversi sistemi software di comunicare e scambiare dati. Nel nostro caso, abbiamo sviluppato un’API che estrae i dati dai modelli BIM e conduce valutazioni del ciclo di vita, considerando l’impatto ambientale di un edificio dalla progettazione alla demolizione.

PS: Il vostro caso di studio si è concentrato su un edificio di appartamenti a due piani nei Paesi Bassi. Come avete scelto questo edificio e quali sono stati i risultati principali?

EK: La selezione si è basata sulla rappresentazione del patrimonio edilizio regionale, sull’impatto ambientale significativo e sulla disponibilità di dati. Abbiamo riscontrato che la nostra API ha generato con successo gli indicatori ambientali del ciclo di vita di questo edificio. È importante notare che i nostri risultati si sono allineati bene con quelli ottenuti da uno strumento software commerciale, confermando l’accuratezza e l’efficacia del nostro approccio.

L’approccio proposto consiste in tre fasi: preparazione dei dati, estrazione dei dati e generazione di BIM 6D. Il modello è stato applicato a un caso di studio e sono stati estratti i principali indicatori di livello.

PS: Il vostro studio sottolinea anche le sfide dell’integrazione BIM-LCA. Potrebbe spiegare meglio queste sfide e il loro impatto sul settore?

EK: Una delle sfide è la mancanza di una piattaforma di database uniforme per i dati di input, che rende difficile confrontare i risultati tra i diversi progetti. Riteniamo che la standardizzazione, gli sforzi di collaborazione e le tecniche di formazione siano necessari per affrontare queste sfide e promuovere efficacemente le pratiche sostenibili. Level(s) è in una fase iniziale di sviluppo e ha bisogno di molte azioni per affermarsi sul mercato.

PS: La vostra ricerca evidenzia il framework Level(s) come uno strumento promettente. Potrebbe spiegare come questo quadro contribuisce alla sostenibilità nel settore dell’edilizia?

EK: Il quadro di riferimento Level(s) fornisce una serie di indicatori e metriche comuni per misurare le prestazioni degli edifici lungo il loro ciclo di vita. Offre un linguaggio comune per confrontare gli edifici nei vari Paesi europei e allinearsi agli obiettivi climatici regionali e nazionali. Incorporando gli indicatori Level(s) nelle nostre API, intendiamo partecipare a questa standardizzazione.

PS: Guardando al futuro, quali sono secondo lei i prossimi passi da compiere per l’integrazione BIM-LCA e le pratiche di edilizia sostenibile?

EK: C’è ancora molto lavoro da fare. Dobbiamo sviluppare database più standardizzati, incoraggiare gli ingegneri ad adottare strumenti LCA e continuare a perfezionare quadri come Level(s) per allinearli meglio agli obiettivi globali di sostenibilità. Inoltre, l’integrazione di dati basati sulla posizione nel nostro approccio ne aumenterebbe l’accuratezza e la rilevanza. In definitiva, la collaborazione tra ricercatori, professionisti del settore e responsabili politici è fondamentale per promuovere un cambiamento positivo nel settore delle costruzioni.

Egle Klumbyte

Responsabile dei programmi di studio di ingegneria civile e ricercatore senior e professore associato presso l'Università di Tecnologia di Kaunas

Paulius Spūdys

Paulius Spūdys è uno studente di dottorato della KTU. Lavora per il progetto SmartWins come ricercatore junior e project manager.

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